Wired Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl : “In Italia è possibile ripensare gli orari aziendali e ridurli non contro la competitività aziendale, ma alla ricerca di nuovi equilibri e migliori risultati”.

Nel 2022 si è concluso nel Regno Unito lo studio sulla settimana corta (4 giorni e 32 ore lavorative, stipendio invariato) più esteso a livello mondiale. Su un campione di 61 aziende e 2.900 lavoratori, si è registrato un calo del 57% delle uscite di personale, una riduzione dei due terzi delle assenze per malattia, una riduzione dello stress percepito pari al 30% e un generale aumento della produttività. 57 aziende del panel di riferimento hanno deciso di stabilizzare al proprio interno la nuova modalità organizzativa.

Molti Stati del mondo regolano la settimana lavorativa nel proprio sistema del diritto del lavoro, stabilendo periodi minimi di riposo giornaliero, ferie annuali e un numero massimo di ore lavorative settimanali. L’orario di lavoro può variare da persona a persona, spesso a seconda delle condizioni economiche, dell’ubicazione, della cultura, della scelta dello stile di vita e della redditività dei mezzi di sussistenza dell’individuo.

Ad eccezione delle sole posizioni manageriali e di supervisione, la Convenzione (art. 2) impone nel settore pubblico e privato un doppio limite massimo alle ore lavorate, tassativo e inderogabile: 8 ore giornaliere e 48 ore settimanali. Solo in presenza di un accordo sindacale, il limite può essere derogato al un massimo di un’ora giornaliera “a recupero”, laddove in alcuni giorni si lavori meno di otto ore. In ogni caso, la media di ore, rilevata nell’arco di 3 settimane consecutive, di lavoro deve essere pari a 8 ore al giorno e 48 ore a settimana, con il vincolo di un massimo di 9 ore al giorno.

“Mi aspettavo che le persone apprezzassero, ma una risposta così entusiastica mi ha sorpreso. Tutti parlano dell’effetto di questa iniziativa sul loro benessere. Molti colleghi dicono di sbrigare le commissioni nel giorno libero aggiuntivo e di poter trascorrere così il weekend con le loro famiglie. Una persona ha imparato a guidare, un’altra ha ridato vita a un suo progetto di punto croce”. Claire Hall lavora nelle risorse umane per l’associazione benefica Citizens Advice Gateshead e ha raccontato al Guardian l’esperimento sulla settimana lavorativa di quattro giorni – a parità di stipendio – a cui ha preso parte tra giugno e dicembre 2022. Un successo, secondo i dati diffusi dai promotori.

i recruiter di linkedin che controllano i i profili dei propri candidati

Test settimana corta nel mondo

Il principale esperimento sulla settimana corta si è svolto in Islanda tra il 2015 e il 2019. Risultato: la produttività era rimasta costante o era aumentata, mentre i dipendenti avevano accusato meno stress.

Anche Spagna e Portogallo hanno approvato progetti pilota sulla settimana corta. Seguono la Scozia il Belgio e il Giappone che nel 2021 ha introdotto la settimana corta nel suo Piano economico annuale.

In Italia

In Italia, finora, i test si sono limitati alle iniziative di alcune aziende. Intesa Sanpaolo ha proposto una settimana di quattro giorni da nove ore, a parità di retribuzione. Magister Group passerà da 40 a 32 ore nelle sue società Ali e Repas, Lavazza si è fermata ai venerdì brevi tra maggio e settembre.

Dopo la nascita della Repubblica Italiana la Costituzione non fornì alcuna definizione di orario di lavoro né pone limiti, l’art. 36 comma 2 si limita a rinviare alla legge la fissazione di un tetto massimo di durata giornaliera. La legge 24 giugno 1997, n. 196, seguendo le linee guida tracciate dalla prassi della contrattazione collettiva, ha posto un tetto all’orario settimanale di lavoro di massimo di n. 40 ore settimanali ed in n. 8 giornaliere.

La notizia deve aprire anche in Italia un confronto tra le parti sociali”, ha dichiarato a Wired Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl. “È tempo di regolare il lavoro, soprattutto nel settore manifatturiero, in modo più sostenibile, libero e produttivo. I salti tecnologici e organizzativi che la digitalizzazione e il lavoro per obiettivi stanno portando in tante aziende ci devono spronare. È possibile ripensare gli orari aziendali e ridurli non contro la competitività aziendale, ma alla ricerca di nuovi equilibri e migliori risultati”.

In conclusione il test britannico è il più vasto condotto finora sulla settimana corta. Gli autori del report finale sono quattro membri della società di ricerca Autonomy e professori di varie università: Boston College, Università di Cambridge, University College di Dublino e Vrije Universiteit di Bruxelles.