Avere uno stipendio più alto non giustifica un cambio di lavoro. Non solo. Molti lavoratori oggi non sono più disposti a lavorare oltre l’orario prestabilito dal contratto.

Lo rivela il rapporto Decoding Global Talent, a cura di Bcg e The Network, che analizza l’evolversi delle necessità dei lavoratori.

Sebbene lo smart working abbia portato numerosi vantaggi, come la riduzione dei tempi e dei costi del pendolarismo, la riduzione delle assenze, il maggiore rispetto delle scadenze, l’aumento dell’autonomia lavorativa, la riduzione dei costi aziendali, una maggiore flessibilità di orari e di spazi, non mancano gli aspetti negativi legati alla nuova condizione sia per i dipendenti pubblici che privati.

Tra i benefici del lavoro agile per una parte dei lavoratori c’è il poter realizzare un migliore equilibrio tra vita lavorativa e vita privata, poiché ci si può organizzare in modo autonomo in merito a tempo e spazio per lo svolgimento del lavoro, con una conseguente diminuzione dello stress da lavoro. Ma attenzione solo nel caso in cui vengono rispettati gli orari di lavoro.

Infatti la maggiore flessibilità di orari ha causato conseguenze negative sulla vita delle persone: stare a casa anche per lavoro ha favorito una condizione di connessione perenne.

Inoltre il rapporto Decoting Global Talet ha rivelato che i ‘talenti’ consapevoli del valore delle proprie competenze, sono alla ricerca di un impiego che possa fornire il giusto equilibrio tra vita privata e lavoro senza trascurare la possibilità di carriera nel lungo termine.

Il report, dal titolo What Job Seekers Wish Employers Knew, ha coinvolto 90mila persone in 160 Paesi per capire quali sono gli aspetti che sono considerati nella ricerca di un lavoro. Tra questi lo stipendio è l’ultimo elemento considerato.

Ricercare e scegliere i talenti migliori è sempre più difficile. Le aziende oggi affrontano grandi sfide e tempi complessi, che richiedono talento e costante capacità di apprendimento a tutti i livelli”, spiega Monia Martini, emc people and hr operations executive director.

Ci si confronta spesso con professionisti ben consapevoli del proprio valore oltre che molto richiesti, ed è sempre più importante tener conto delle loro numerose esigenze”.

I dati raccolti

Il 74% del campione globale afferma di essere contattato più volte in un anno per delle nuove proposte di lavoro, con un 39% che dichiara di ricevere offerte per nuovi impieghi anche a cadenza mensile. Ne consegue che il 68% dei lavoratori intervistati si sente in una posizione di forza quando attiva una ricerca di lavoro.

I più soddisfatti risultano essere i lavoratori europei: il 45% di loro afferma di non cercare una nuova posizione lavorativa ma di essere disposto a valutare alternative, contro il 41% a livello mondiale. Il 42%, invece, afferma di essere impegnato attivamente nella ricerca di un nuovo lavoro.

Cosa deve offrire un nuovo lavoro

Una volta si teneva conto dell’importo in busta paga. Oggi non è più così. La priorità che si evince dalla ricerca è l’equilibrio tra vita professionale e vita privata. Infatti il 69% del campione globale e il 70% di quello europeo considera l’equilibrio vita-lavoro al primo posto nella classifica.

In conclusione l’equilibrio casa-lavoro viene tenuto in considerazione dai profili fra i 30 e i 50 anni, fascia d’età che di solito corrisponde agli impegni familiari più vincolanti.