Il termine 6G indica la sesta generazione della telefonia mobile, ossia l’insieme di tecnologie di telefonia mobile e cellulare, i cui standard, non ancora esistenti, definiranno una significativa evoluzione rispetto alla tecnologia 5G, che andrà a sostituire.

Che cosa cambierà?

Al 2020, gli standard internazionali di questa nuova tecnologia non sono ancora stati definiti e la non sembra ancora figurare nell’agenda del 3GPP né in quella di altri enti o consorzi di standardizzazione. La rete 6G sarà probabilmente disponibile commercialmente negli anni 2030 e si ritiene che permetterà di raggiungere una velocità di trasmissione dati decisamente più alta della rete 5G.

rete 6gCome già per la rete 5G e i suoi predecessori, anche la rete 6G sarà una rete cellulare di tipo digitale. Sia molte compagnie (tra le quali Samsung, Nokia, Apple ed LG), sia molte nazioni (tra cui Cina, Giappone e Corea del Sud) hanno già mosso dei passi verso lo sviluppo di tale tecnologia. Secondo alcuni l’avvento della tecnologia 6G potrebbe essere promosso da paesi rimasti indietro nella capacità di fornire componenti e apparecchiature per la tecnologia 5G, come ad esempio gli Stati Uniti d’America, i quali starebbero cercando di creare un ecosistema 6G al fine di recuperare e riconquistare la supremazia nel campo delle infrastrutture per le telecomunicazioni mobili.

Futuri sviluppi

Il 13 ottobre 2020 i principali attori dell’industria delle telecomunicazioni statunitense riuniti nella ATIS (Alliance for Telecommunications Industry Solutions) hanno lanciato la “Next G Alliance”, con l’obiettivo di definire la strategia sulla tecnologia 6G, focalizzandosi su standardizzazione, specifiche tecniche, produzione di componentistica e messa in servizio degli apparati. Tra i membri di spicco di tale progetto figurano AT&T, Verizon e T-Mobile ma anche produttori di software come Cisco, Qualcomm, Google, Facebook, Microsoft e Apple, mentre produttori di apparecchiature come Nokia ed Ericsson figurano come aziende associate.

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L’Unione europea ha invece lanciato il progetto Hexa-X, che nasce nell’ambito del programma Horizon 2020, il quale riunisce i produttori di dispositivi per le telecomunicazioni, tra cui nuovamente Nokia ed Ericsson, e gli operatori di telecomunicazioni, tra cui Telefónica e Orange, per definire la roadmap e guidare i futuri sviluppi della tecnologia 6G.

Anche nel continente asiatico la tecnologia 6G è diventata materia di interesse a partire già dal 2019, tanto che, il 6 novembre 2020, grazie ad un razzo Lunga Marcia 6, la Cina ha messo in orbita tredici satelliti, tra cui un satellite sperimentale, denominato Tianyan-05, atto a verificare l’utilizzo nello spazio di una tecnologia di trasmissione a frequenze nell’ordine dei THz, cosa finora mai testata prima nell’ambito delle comunicazioni spaziali.

Tecnologie presenti e future a supporto del 6G

Parte della tecnologia necessaria per questa nuova generazione ossia il 6G non è ancora disponibile. Mentre il 5G introdotto nel 2019 si diffonde. Ma vi sono tecnologie esistenti che dovranno essere sviluppate in vista del nuovo standard.

Con il 6G l’innovazione si allinea agli SDG

La sostenibilità ambientale e sociale ricoprirà un ruolo prioritario nell’affermarsi del 6G, su cui stanno ricadendo tutte le aspettative di riduzione sia dell’impronta di carbonio che delle disuguaglianze sociali entro il 2050.

  • In conclusione per la progettazione del 6G, tre sono i fattori chiave a cui affidarsi:
  • Allinearsi agli obiettivi sociali più urgenti indicati dalle Nazioni Unite negli SDG
  • Essere attenti alle aspettative del mercato
  • Efficientamento delle reti