Il lavoro è uno degli aspetti più importanti per le persone nella vita. E’ bene sentirsi realizzati e gratificati nel proprio ambiente. realizzati o valorizzati nel proprio ambiente. Ma se questo non accade e ci sentiamo insoddisfatti e frustrati cosa possiamo fare? La soluzione più ovvia è cambiare lavoro. In questo articolo vi suggeriamo alcuni motivi che possono spingervi a cambiare lavoro.

Cambiare lavoro: ci vuole coraggio e mai pentirsi

Quando il nostro attuale impiego non ci soddisfa più è bene, prima di tutto, mettere in discussione se stessi e capire cosa non va. Il malcontento che viviamo dipende dai colleghi, dai nostri responsabili o c’è qualcosa di sbagliato nel nostro atteggiamento? A prescindere dalla risposta, è bene iniziare a pensare di cambiare qualcosa: poca crescita professionale, difficoltà nel conciliare carriera e vita privata sono altre motivazioni valide per cercare di cambiare lavoro.

A volte non è semplice capire quando è arrivato il momento di cambiare lavoro e cercare alternative all’attuale situazione lavorativa.

Ecco i motivi per cambiare lavoro

1 – Demotivazione e stress causano danni alla salute

Il nostro corpo invia dei segnali e noi dobbiamo essere pronti ad individuarli. le tue difese immunitarie si sono abbassate, ti senti fiacco e privo di forze, oppure hai degli sfoghi cutanei, sempre mal di stomaco o mal di testa. Nei casi più gravi si può anche soffrire di ansia e di depressione.

2 – Cambio di umore

La serenità è importante. Se non riusciamo a controllare la rabbia è segno che c’è qualcosa che non va. La difficoltà di relazionarsi con i colleghi è un segnale forte e il malumore della giornata arriva a casa con te.

3 – Assenze al lavoro

Iniziare a trovare scuse per restare a casa e non andare al lavoro. Richieste di permessi e malattia anche per cose banali.

4 – Parlare con gli altri

Ad un certo punto si sente il bisogno di parlare dei problemi lavorativi con i colleghi nelle pause. Si tende a criticare il lavoro dei responsabili o dei collaboratori che non sopporti. Lo stesso atteggiamento di lamentele si estende in famiglia e con gli amici.

5 – Invidia

Questo accade quando non siamo più contenti del nostro lavoro e invidiamo quello degli altri. Aspiriamo ad un ruolo più elevato che non arriva. Vediamo che c’è chi guadagna molto di più e non aspettiamo invano un aumento di stipendio.

6- Non avere più voglia di andare al lavoro

Un altro sintomo che ci spinge a pensare di cambiare lavoro è svegliarsi al mattino e non avere nessuna voglia di andare a lavorare. Provare frustrazione e pesantezza nel recarsi al lavoro, nel prendere la macchina o i mezzi pubblici. Sentiamo il peso di affrontare una giornata lavorativa.

7 – Demotivazione lavorativa

Non avere più la motivazione per il proprio lavoro. Si svolge il minimo indispensabile delle attività senza fare di più e avere la voglia di mettersi in gioco.

8 – Risentimento verso l’azienda

Si prova risentimento, rabbia verso il capo, i tuoi superiori o il direttore. Non sopporti chi lavora con te, i tuoi responsabili o colleghi oppure i clienti e le persone con cui sei costretto a collaborare. Non ti senti compreso.

9 – Confusione

Capita di dimenticare gli impegni, perdere gli oggetti, non ricordi quello che il capo ti ha detto poche ore fa. Commetti errori di distrazione, ti senti confuso e non sai da che parte iniziare il lavoro.

10 – Apatia

Ti pesa tutto quello che fai, per questo ogni attività la svolgi con lentezza, non hai voglia di fare nulla nemmeno i lavori che in passato apprezzavi.

Consigli

La prima cosa da fare è prendere consapevolezza del fatto che il cambiamento di impiego potrebbe essere l’unica soluzione per stare meglio. La tua salute e il tuo benessere sono più importanti del lavoro. Nel frattempo si può provare a:

Chiedere all’azienda orari di lavoro più flessibili;

Chiedere un cambio di settore o team di lavoro, se possibile e coerente con le nostre skill;

Chiedere più coinvolgimento nei progetti e/o corsi di formazione e aggiornamento;

Valutare nuove modalità di lavoro.

Cambiare lavoro a 30, 40, 50 o 60 anni: cosa cambia

A seconda della fascia di età di appartenenza le opportunità di lavoro e le mansioni per le quali candidarsi cambiano radicalmente: chi è più giovane ha decisamente una scelta molto più ampia.

Per età dai 40 in su, il consiglio è quello di cercare lavoro su profili che richiedono esperienza di livello manageriale, soprattutto nel mercato italiano, l’età avanzata conta per un certo tipo di azienda, di contro, per altre, può essere un limite perché, chiaramente, spesso non c’è budget per soddisfare le richieste di persone con profili professionali alti.